Italia-Armenia: 80 Milioni Di Dollari Interscambio Tra I Due Paesi

ITALIA-ARMENIA: 80 MILIONI DI DOLLARI INTERSCAMBIO TRA I DUE PAESI

Quotidiano.net
28 set 2012
Italia

Ammonta a 80 milioni di Usd (dollari statunitensi) il volume totale
dell’intercsambio Italia-Armenia. I dati del Servizio di statistica
armeno relativi al primo […]

Roma, 28 set. (Labitalia) – Ammonta a 80 milioni di Usd (dollari
statunitensi) il volume totale dell’intercsambio Italia-Armenia. I
dati del Servizio di statistica armeno relativi al primo semestre
2011 rilevano, inoltre, un saldo positivo per l’Italia pari a 77,6
milioni Usd. Nel corso dell’anno, l’Italia è risultata il decimo
partner commerciale dell’Armenia (il quarto in Europa, dopo Germania,
Bulgaria e Belgio), confermando quindi la posizione del 2010. In
particolare, grazie ad esportazioni pari a 78,8 milioni Usd (+49,5%),
l’Italia è stata il settimo Paese esportatore in Armenia; per contro,
avendo importato beni per un totale di 1,23 milioni Usd (-40,7%),
il nostro Paese si colloca al ventesimo posto tra gli importatori di
prodotti armeni.

Per quanto concerne le categorie merceologiche, le principali
esportazioni italiane riguardano tradizionalmente macchinari e
attrezzature, metalli non-preziosi e derivati, prodotti tessili e
prodotti chimici; mentre la stragrande maggioranza delle importazioni
riguarda i prodotti tessili, seguiti a distanza dai prodotti plastici.

Sono alte le potenzialita di cooperazione commerciale e industriale
in settori, come quelli ad alto contenuto tecnologico, che stanno
conoscendo in Armenia uno sviluppo particolarmente positivo. Il Paese
era uno dei poli tecnologici dell’Unione Sovietica: una propensione
che ha ulteriormente sviluppato dopo l’indipendenza anche grazie
all’apporto della diaspora residente negli Stati Uniti, concentrata in
California e pertanto spesso coinvolta imprenditorialmente nell’alta
tecnologia. Tale settore ha inoltre ricevuto un forte impulso dalla
circostanza che la chiusura dei confini con Azerbaigian e Turchia,
aumentando a dismisura i costi di trasporto terrestre, ha favorito
le industrie (come appunto quelle ad alto contenuto tecnologico) che
non dipendono dal commercio terrestre e che possono quindi contare
su un rapporto costo unitario/trasporto particolarmente favorevole
per gli operatori.

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