La Tragedia Del Popolo Armeno: Il Centenario Del Primo Genocidio Del

LA TRAGEDIA DEL POPOLO ARMENO: IL CENTENARIO DEL PRIMO GENOCIDIO DELLA STORIA MODERNA

Oubliette Magazine, Italia
3 feb 2015

Amani Salama
feb 3, 2015

A ben cento anni dal genocidio del popolo Armeno, ci ritroviamo
a parlare e a ricordare un genocidio di una gravita e attualita
fortissima. Questo ricordo deve diventare l’occasione per combattere
ogni altra ipotesi di genocidio ovunque esso sia. Deve portarci a
riflettere e a non accettare un’altra diaspora in atto oggi, quella
Palestinese. Ricordandoci che tutto quello che succede oggi sotto
ai nostri stessi occhi rimarra sulla coscienza di tutti. Dobbiamo
pensare con rispetto filiale a quel Paese, l’Armenia, che fu culla
della prima e quindi più antica cristianita.

Armenia mappa storica

Il genocidio armeno può essere considerato il prototipo dei genocidi
del XX secolo. Gli Armeni sono un popolo stanziato nell’Anatolia
orientale. Essi hanno popolato l’Anatolia per oltre 3.500 anni. Oggi
molti armeni si trovano sparsi per il mondo, alcuni nella repubblica
armena (dove rappresentano il gruppo etnico di maggioranza) altri in
Russia, Bulgaria, Siria, Iran, Stati uniti e Francia.

È un popolo lontano, di una tradizione millenaria, vissuto in una
terra da sempre contesa, crocevia di popoli e culture, tra Asia ed
Europa. Le radici storiche di questa popolazione sono antichissime,
in origine gia nel 93 a.C. gli armeni vivevano in Anatolia dove
fondarono il primo impero armeno. Verso il 301 gli armeni erano il
primo popolo a riconoscere il cristianesimo come religione di stato,
prima ancora dell’impero romano. Queste radici antiche ed una forte
compattezza etnica ha portato gli armeni a lottare sempre per salvare
la propria identita contro il rischio di assimilazione, consentendo
loro di elaborare una cultura unica ed originalissima. Gli armeni
hanno una propria lingua e un proprio alfabeto e nel corso dei secoli
hanno sviluppato una ricca tradizione culturale e intellettuale.

Ai confini dell’Armenia si sono sviluppati e succeduti nell’egemonia
della regione grandi imperi: persiano, macedone, romano, mongolo e
infine ottomano. Sono stati pochi e brevi i periodi in cui l’Armenia
ha goduto di una incerta indipendenza politica. Insomma un piccolo
popolo quasi sempre in minoranza con i potenti vicini. Nel XV secolo il
loro paese viene annesso all’impero ottomano, un impero musulmano che
all’apice della sua espansione si estese dal Mar Caspio fino alle porte
di Vienna. L’impero ottomano è sempre stato un impero multiculturale,
cosmopolita e tollerante verso il diverso. È un impero che ha una
cultura secolare e un passato fiero e innegabile. Per esempio,
furono i selgiuchidi (gli antenati degli ottomani) a salvare gli
armeni caduti in loro dominio nel 1071, dalla persecuzione bizantina
ed assicurarono loro il diritto di vivere come spetta ad un uomo.

Genocidio armeno

Durante la prima guerra mondiale però questo impero con alle spalle
una grande storia si macchia di quello che quasi tutti gli storici
ed esperti internazionali definiranno poi uno dei peggiori genocidi
della storia del mondo annientando quasi interamente la minoranza
armena residente nel suo territorio. In totale vengono messi a morte
più di un milione di armeni.

Tutto comincia nel XIX secolo.

Per i turchi è sempre stato importante quanto essenziale conservare
una forte identita ottomana, essere armeni ottomani era lecito ma
solamente armeni un tradimento. Verso la fine dell’ottocento gli armeni
cominciano a chiedere istanze di riforma. Il sultano che era contro
qualsiasi tipo di trattativa, si impegnò personalmente a impedire
qualunque riforma che facesse perdere all’impero l’identita ottomana,
allo scopo di un’indipendenza da esso. Così in risposta alle loro
richieste di riforme politiche e sociali, nell’impero ottomano, ebbe
inizio una netta persecuzione degli armeni, un’ondata di aggressioni
contro essi. Un governo relativamente debole che per mantenere il
controllo sulla popolazione locale imponeva la sua autorita attraverso
massacri contro qualunque tipo di dissidenza.

Successivamente nel 1908 in Turchia sale al potere un nuovo movimento
politico i giovani turchi, con un colpo di stato militare questa
organizzazione spodesta il Sultano ottomano, portando l’esigenza
imminente di un cambiamento ai fini del progresso dell’impero. Così
furono apportate nuove riforme grazie ai giovani turchi positive e
favorevoli anche per i cristiani dell’impero.

Genocidio armeno

Però tra il 1912 e il 1913 le nazioni cristiane dei Balcani,
come Grecia, Bulgaria, Serbia e Romania si ribellarono cercando
di distaccarsi dall’impero e ottenere l’indipendenza, finche il
tentativo non ebbe successo. Per la prima volta nella sua storia, il
fiero e glorioso esercito ottomano subisce una sonora sconfitta, per
mano di “sudditi dell’impero”. Perdendo la maggior parte dei propri
territori in Europa, l’impero aveva paura di un collasso. Questo fu
il fattore principale che ci può spiegare l’emergere nell’impero del
nazionalismo turco.

L’Anatolia così era l’ultimo lembo di territorio rimasto ai turchi e
doveva per questo difenderlo a tutti i costi. Ogni mezzo venne ritenuto
giustificabile, in poche parole come insegnava il motto europeo “il
fine che giustifica i mezzi”. In questo modo aumentarono le tensioni
religiose ed insieme ad esse l’animosita verso i cristiani. In quel
periodo il sentimento prevalente era la disperazione, più di 100 mila
rifugiati musulmani dalla Grecia, dalla Bulgaria si riversarono ad
Istanbul. Arrivavano in condizioni miserabili di estrema poverta,
disperati per aver perso tutto, affollavano mosche, strade della
citta. Morivano di fame e l’impero ottomano non era in grado di
aiutarli, si dice che i profughi provenienti dai Balcani avevano un
numero pari agli abitanti della citta.

Arrivati ad Istanbul, raccontavano delle attrocita orribili commesse
dai cristiani nei loro confronti. Si diffuse fra il popolo l’idea che
i cristiani volessero attaccare i turchi o addirittura sterminare i
musulmani. Questa aiuta a spiegare il passaggio dai massacri di stato
al genocidio. Il nuovo regime quello dei giovani turchi galoppavano la
tragica onda e inneggiavano alla vendetta. Tutto questo nel 1913. Il
movimento nazionalista prende il sopravvento sull’opinione pubblica con
la scusa del ritorno alla vecchia gloria dell’impero e alla creazione
di uno stato turco in Anatolia, di una regione turca per i turchi,
dove far ristabilire tutti i profughi conseguenti all’indipendenza
dei Balcani. Nasce così una propaganda nazionalista turca.

Genocidio armeno

Quando nel 1914 scoppia la guerra fra la Germania e la Russia, la
Turchia deve scegliere con chi allearsi. Ovviamente decide di farlo
con la Germania e non con la secolare nemica Russia. Nel dicembre del
1914 i turchi attaccano la Russia subendo una grave sconfitta. La
sconfitta è di nuovo dura, migliaia di morti, e le speranze di
unificare l’impero vanno miserabilmente in fumo.

Nel contingente Russo, che avanzava verso la Turchia, non vi erano
solo russi o armeni russi, arruolati con la leva obbligatoria, ma
anche armeni fuggiti dalla Turchia per combattere al fianco dei Russi.

Vedendo i loro stessi “sudditi” armeni combattere per il nemico,
i leader turchi si infuriano e arrivano a considerare gli armeni
ottomani come nemici dello stato. Tutto questo portò ad una cosiddetta
assuefazione alla violenza, o meglio a una cultura della violenza
giustificata.

Presto venne data loro la colpa della disfatta ai confini della
Turchia. Cominciarono così, in tempo di guerra, massacri e stermini
di massa degli armeni che sfociarono in deportazioni e poi nel
vero e proprio genocidio armeno. L’ellite intellettuale armena viene
assolutamente annientata e il governo autorizza le forze dell’ordine ad
arrestare e deportare la popolazione armena. L’olocausto armeno portò
alla soppressione di circa 2/3 della popolazione armena residente in
Turchia. Circa 100.000 bambini vennero prelevati e allevati (dopo le
deportazioni o i massacri dei genitori) da famiglie turche o curde,
smarrendo così la propria fede e la propria lingua.

Nel 1927 il primo censimento della Repubblica turca indicò che la
popolazione armena ammontava a sole 123.602 persone.

Il governo Turco si rifiuta tuttora di attribuire a questi massacri
lo status di genocidio. È innegabilmente un massacro di proporzioni
assurde, indimenticabile ed è e rimarra uno degli episodi più oscuri
del XX secolo.

Ma importante è non mettere in discussione la tolleranza del popolo
turco e capire che vi è una fondamentale differenza fra popolazione
turca e il governo che ai tempi fomentava odio e ordinava violenza
per scopi del tutto personali o per preservare un potere e un egemonia
sul popolo.

From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress

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Emil Lazarian

“I should like to see any power of the world destroy this race, this small tribe of unimportant people, whose wars have all been fought and lost, whose structures have crumbled, literature is unread, music is unheard, and prayers are no more answered. Go ahead, destroy Armenia . See if you can do it. Send them into the desert without bread or water. Burn their homes and churches. Then see if they will not laugh, sing and pray again. For when two of them meet anywhere in the world, see if they will not create a New Armenia.” - WS