In Armenia L’Ultima Frontiera Per Gli Imprenditori Italiani: Caucaso

IN ARMENIA L’ULTIMA FRONTIERA PER GLI IMPRENDITORI ITALIANI: CAUCASO – OPPORTUNITA DI INVESTIMENTO
Dal Nostro Inviato

Il Sole-24 Ore, Italia
6 Ott 2005

Dopo Ucraina e Moldavia l’azione si sposta verso l’Asia centrale

EREVAN – Dopo Ucraina e Moldavia la nuova frontiera per i “pionieri”
del made in Italy si sposta verso il Caucaso, in Georgia e Armenia.

Paesi nati dalla disgregazione dell’ex impero russo che, nonostante i
numerosi problemi di natura politica, offrono interessanti opportunita
di investimento.

Il compito di accompagnare lo sbarco di un primo drappello di quaranta
imprenditori italiani in Armenia se l’e assunto il viceministro delle
Attivita produttive, Adolfo Urso, giunto ieri a Erevan per inaugurare
le “Giornate dell’amicizia italo-armena”, una manifestazione che
durante tutto il mese di ottobre illustrera il meglio della musica,
del cinema e della gastronomia italiani.

Un’iniziativa incentrata sulla mostra dei tesori dell’isola veneziana
di San Lazzaro (la cosiddetta Isola degli Armeni) e affiancata dal
Business forum tra imprese italiane e armene, che si pone l’obiettivo
di far conoscere l’Italia ai rappresentanti delle istituzioni locali.

Negli incontri che il viceministro Urso ha avuto ieri con il ministro
degli Esteri armeno, Vartan Oskanian, e con quello dello Sviluppo
economico, Karen Tchshmarityan, e stata resa esplicita la volonta
del sistema imprenditoriale italiano di rafforzare la cooperazione
economica con il Paese in coincidenza con la maggiore stabilizzazione
politica che si attende dal referendum istituzionale previsto a
novembre per riportare maggiori poteri al Parlamento, e in vista di
un compromesso con Baku per avviare a soluzione il vecchio conflitto
“congelato” con il Nagorno-Karabakh. Una volonta che Urso manifestera
anche oggi nel colloquio previsto con il presidente Robert Kocharian.

‘I rapporti culturali e istituzionali tra Roma e Jerevan – ha precisato
Urso – sono straordinari da molto tempo, non si puo dire lo stesso
per i rapporti commerciali. L’Italia e in effetti l’ottavo partner
dell’Armenia e il decimo investitore. Le cifre registrano segnali
di interesse ma c’e ancora molto da fare per migliorare scambi e
investimenti diretti’.

In realta nel Paese gia da tempo sono presenti ditte come la Renco
di Pesaro, attiva nelle costruzioni, e la Lovable (intimo) ha un
suo stabilimento, ma nel settore del credito e dell’energia nessuna
azienda italiana ha preso parte al processo di privatizzazione avviato
da tempo.

Le banche sono state quasi tutte privatizzate da russi o da gruppi
legati alla cosiddetta “diaspora” armena, e solo di recente Banca
Intesa ha manifestato interesse per aprire sportelli nel Paese.

Per quanto riguarda le prospettive di collaborazione economica
futura, i settori di interesse restano quello dell’edilizia,
dell’agroalimentare (tra le imprese presenti al Business forum anche
il produttore umbro di olio Rapanelli), delle macchine utensili,
del tessile e del turismo. ‘Ma le autorita del Paese – ha spiegato il
viceministro Urso – guardano a noi anche come punto di riferimento per
rendere piu efficiente il loro sistema amministrativo. A questo scopo
hanno chiesto un progetto di formazione per le Camere di commercio’.

From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress