Azerbaigian: Missione Italiana nella dallas del Caucaso

ANSA Notiziario Generale in Italiano
November 25, 2004

AZERBAIGIAN: MISSIONE ITALIANA NELLA DALLAS DEL CAUCASO/ANSA ;
VISITA ON. BONIVER, RAPPORTI BILATERALI E PROBLEMI REGIONALI

BAKU (AZERBAIGIAN)

(dell’inviata Elisa Pinna)

(ANSA) – BAKU (AZERBAIGIAN), 25 NOV – Baku, la capitale
azera, si presenta come una Dallas del Caucaso. Nuovi
grattacieli di acciaio e vetro che sovrastano i quartieri poveri
e le mura chiare dell’antica cittadella medievale dello Scia’,
sottolineano la scommessa degli azeri in un futuro fatto di
greggio e di ricchezza.

La citta’ trasuda letteralmente petrolio circondata com’e da
pozzi e trivelle che fanno del Golfo di Baku, sul Mar Caspio,
un’immensa unica piattaforma di estrazione. In questo centro
strategico per le future fonti energetiche mondiali, ha fatto
l’ultima tappa nel suo viaggio nel Caucaso l’on. Margherita
Boniver, sottosegretario agli Esteri. I rapporti tra Italia e
Azerbaigian sono buoni e stretti e lo dimostra il fatto che
l’Italia e’ attualmente il principale importatore di petrolio
dall’Azerbaigian (circa 214 mila barili al giorno per miliardo
di dollari annui); l’Agip partecipa con una quota del 5% alla
costruzione dell’oleodotto Baku-Tiblisi-Ceyhan, che dal prossimo
annuo dara’ uno sbocco sul Mediterraneo, in Turchia attraverso
la Georgia, alle esportazioni azere affrancandole dall’ipoteca
dal passaggio del territorio russo.

Perche l’operazione funzioni, la regione ha bisogno di
stabilita’. Ed il primo ministro azero, Artur Rasi-Zade, ha
riproposto con forza – nel colloquio con Boniver – il problema
di una soluzione rapida al conflitto del Nagorno-Karabakh, la
regione secessionista a maggioranza armeno-cristiana.
“L’Armenia – ha denunciato – occupa il 28% del nostro
territorio, un milione di azeri sono dovuti fuggire. E’ un
problema che deve essere affrontato. Non vogliamo sentire
parlare di ‘guerre congelate o di tatticismi diplomatici’ “, ha
detto il premier, un anziano funzionario emigrato dall’epoca
sovietica alla nuova repubblica.

Il governo italiano – attraverso il sottosegretario agli
Esteri – ha ribadito la “necessita’ della via negoziale” da
portare avanti, innanzitutto sul piano bilaterale e poi nel
contesto dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa) e del gruppo di Minsk (creato in seno
all’Osce per mediare fra Armenia e Azerbaigian), senza
trascurare tutte le istanze internazionali. L’on. Boniver ha
prospettato anche ingenti aiuti economici europei nel caso le
due parti trovino un accordo al tavolo delle trattative.

Vanno bene gli aiuti economici, ha risposto l’esponente
azero, ma – come recita un proverbio russo – “chi affonda deve
salvarsi da solo”. Ed a cio’, tanto per essere ancora piu
chiaro, ha aggiunto una massima di Mao: “La poesia e’ una cosa
bella, ma l’arma e’ una cosa migliore”.

Se la questione irrisolta del Nagorno-Karabakh continua a
condizionare il futuro del paese, l’Azerbaigian chiede
all’Italia anche di diversificare il proprio interscambio
economico, non concentrandolo solo nel settore energetico ma
estendendolo anche in quello agroalimentare, nei trasporti e
nelle infrastrutture.

In una immediata risposta a questa esigenza, il
sottosegretario agli Esteri ha firmato stamani, insieme al suo
collega vice ministro Kh. Khalafov, un accordo per la creazione
di un forum consultivo per i rapporti economici bilaterali che
sara’ affiancato da una Camera di commercio italo-azera.

Se con la mente e il portafoglio l’Azerbaigian guarda ad
occidente, il cuore di questo paese laico (a stragrande
maggioranza musulmana sciita) sembra essere rimasto ad oriente.
Tra i paesi del Caucaso, la democrazia azera appare ancora la
piu’ imperfetta. Un nuovo grattacielo-museo del defunto
Heydar-Aliev, l’uomo che e’ riuscito nel miracolo di guidare il
paese quasi ininterrottamente dagli anni Settanta al 2003 per
essere poi sostituito nel 2004 dal figlio Ilham, domina la
citta’, ed e’ quasi un obbligo per le delegazioni straniere
visitare il suo mausoleo. I manifesti del nuovo capo di Stato
Aliev jr., eletto con un voto che ha generato forti perplessita
nella comunita’ internazionale, tappezzano i muri della
metropoli.

Il neo presidente ha tuttavia espresso la voglia di avviare
un processo di democratizzazione e, come gesto di buona
volonta’, ha liberato, appena due mesi fa, alcune centinaia di
prigionieri politici. Di cio’ ha parlato con l’on. Boniver, in
vista anche del viaggio che compira’ in Italia il 24 febbraio
2005. (ANSA).