BAKU: Turkey to prevent Armenian activities over alleged genocide an

AzerNews, Azerbaijan
Sept 21 2013

Turkey to prevent Armenian activities over alleged genocide anniversary

21 September 2013, 13:31 (GMT+05:00)

By Nazrin Gadimova

Turkey will take all necessary measures to prevent the events that the
Armenians can hold in 2015 in connection “with the 100th anniversary
of the so-called Armenian genocide, Turkish Ambassador to Azerbaijan
Ismail Alper Coskun said at the conference named “Azerbaijan
Democratic Republic and the Caucasian Islamic Army” and dedicated to
the 95th anniversary of the liberation of Baku from Bolshevik-Armenian
occupation.

“Armenians have already made the farfetched claims, and those claims
can be expected in the future,” said the ambassador and added that
Turkey will celebrate the 100th anniversary of the Canakkale Battle.

Coskun also said that the Armenian state ideology is based on
falsification of the 1915 events.

“I hope that all historical events will be studied from the point of
view of archival material, as it was suggested by Turkey and
Azerbaijan,” he said.

The conference, which was organized by the ADA jointly with the
Turkish embassy in Azerbaijan and the Turkish Cultural Centre named
after Yunus Emre, was held at the Azerbaijan Diplomatic Academy (ADA)
on September 19. The event brought together Principal of the ADA
Khafiz Pashayev, Turkish Ambassador to Azerbaijan Ismail Alper Coskun
and other officials.

Speaking at the event, Pashayev emphasized the importance of the
conference, told about the importance of Turkey’s assistance to
Azerbaijan. He said that the Caucasian Islamic Army played an
important role in the history of Azerbaijani-Turkish brotherhood.

Then a documentary movie about the arrival in Azerbaijan and fighting
way of the Caucasian Islamic Army led by General of the Ottoman Army
Nuru Pasha was shown at the event.

In 1918, Nuru Pasha commanded the Caucasian Islamic Army, which
consisted of about 13,000 people. In the Geokchay battle Nuru Pasha
defeated the Red Army of Baku Soviet while they begun their attack on
Ganja. On July 20, Caucasian Islamic Army took the strategically
important Shamakha.

To combat the Caucasian Islamic Army British troops under the command
of General Lionel Dunsterville arrived in Baku, but they were forced
to leave the city realizing the impossibility of successful defence of
Nuru Pasha’s army. On September 15, 1918, Caucasian Islamic Army
liberated Baku.

From: A. Papazian

Egypt could recognize the Christian Armenian genocide [in Italian]

La Stampa, Italia
15 set 2013

L’Egitto potrebbe riconoscere il Genocidio dei cristiani Armeni

Il paese africano contro la Turchia sul genocidio del 1915

Marco Tosatti
Roma

L’Egitto del dopo-Morsi potrebbe diventare il primo Paese musulmano al
mondo a riconoscere come `genocidio’ lo sterminio degli Armeni,
compiuto a partire dal 24 aprile 1915 dal governo turco nelle terre
dell’allora impero ottomano. Questo potrebbe avvenire in seguito al
passo, senza precedenti, compiuto da un avvocato egiziano, Muhammad
Saad Khairallah, direttore dell’Istituto del Fronte Popolare in
Egitto, che ha presentato una richiesta giudiziaria in tale senso. La
prima udienza storica di questo processo si terrà davanti al Tribunale
del Cairo il 5 novembre 2013.

L’annuncio è stato fatto durante un dibattito televisivo a cui hanno
assistito milioni di telespettatori egiziani. Le recenti vicende di
politica interna egiziana giocano una parte non secondaria in questa
vicenda. Dopo la destituzione di Morsi, leader dei Fratelli Musulmani,
il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan ha criticato con
severità il nuovo governo ad interim, sostenuto dai militari, e si è
espresso a favore del ritorno al potere del suo amico islamico Morsi.

L’intervento di Erdogan non è stato bene accolto da molti
nell’opinione pubblica egiziana; ed era prevedibile, visti i rapporti
storici non sempre sereni fra i due Paesi. Nei giornali egiziani sono
apparsi numerosi reportages e commenti in chiave antiturca. E il
problema del genocidio armeno, la cui esistenza è negata ancora, a
dispetto dell’opinione di moltissimi storici, dal governo di Ankara è
riemerso con vigore. Sui giornali sono apparsi molti articoli in cui
si chiede al nuovo governo egiziano di procedere al riconoscimento del
Genocidio armeno.

E egualmente vi sono stati molti appelli per sostenere la costruzione
al Cairo di un monumento dedicato alle vittime – fino a un milione e
mezzo, secondo alcune stime – dello sterminio degli Armeni cristiani;
e si è chiesto che il governo compia passi diplomatici per spingere la
Turchia a versare degli indennizzi ai discendenti delle vittime. Il
tema è stato affrontato in particolare al talk show, popolarissimo in
Egitto, intitolato `As-Sura al Kamiila’, `La foto completa’, condotta
da Lilian Daoud. Vi hanno partecipato fra altro l’avvocato Khairallah
e il dott. Ayman Salama, professore di Diritto Internazionale
all’Università del Cairo.

Salama ha informato il suo pubblico che nel 1919 il Triunale militare
turco aveva incolpato alcuni dei criminali responsabili del genocidio
armeno. Diciassette persone erano state dichiarate colpevoli e tre
erano state impiccate. Salama ha ricordato che nel 1915 la Russia la
Gran Bretagna e la Francia avevano pubblicato una dichiarazione
congiunta, in cui affermavano che avrebbero considerato i dirigenti
turchi responsabili dei massacri e dei `crimini commessi contro
l’umanità e la civiltà’. L’avvocato Khairallah ha invece affermato che
la questione del genocidio armeno avrebbe dovuto essere sollevata da
molto tempo in Egitto, e che non ha nessuna connotazione politica. Ha
affermato di sperare che la sua azione legale presso la Corte del
Cairo spingerà l’Egitto `il più grande Paese sunnita del Medio
oriente’ a servire d’esempio a altri Paesi arabi affinché riconoscano
l’esistenza del genocidio armeno. Fino ad oggi solo il Libano ha
compiuto questo passo.

From: Baghdasarian

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/egitto-egitpo-egytp-armenia-27858/

Syria: Civilians killed and Armenian church destroyed by rebel morta

Notizie Geopolitiche, Italia
18 set 2013

SIRIA. Civili uccisi e chiesa armena distrutta da colpi mortaio ribelli

di Giacomo Dolzani

Nuovi atti di violenza per mano dei terroristi si sono verificati oggi
a Damasco, cinque persone sono state uccise e diverse decine sono
rimaste ferite da alcuni colpi di mortaio sparati dagli islamisti
sulla capitale siriana; l’uccisione di civili da parte delle milizie
ribelli che combattono contro il governo del presidente Bashar
al-Assad è ormai all’ordine del giorno, per mezzo di armi legali e, a
quanto dicono alcune fonti, con armi chimiche.

Da quanto riferisce la polizia siriana `due colpi di mortaio sono
caduti sull’area commerciale di Bab al Salam, nel quartiere di Al
Qassa, provocando la morte di cinque cittadini e il ferimento di altri
30′ mentre, sempre secondo le forze di sicurezza di damasco, un colpo
di mortaio ha colpito la chiesa armena danneggiandola gravemente.

From: A. Papazian

http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=34065

«Ninguno de los muchos grupos rebeldes nos tranquiliza», dicen los o

Religión en Libertad
19 septiembre 2013

«Ninguno de los muchos grupos rebeldes nos tranquiliza», dicen los
obispos sirios

`No solo los fundamentalistas islámicos…. Ninguno de los muchos
grupos que componen las milicias rebeldes, han dado la mínima señal
capaz de tranquilizar a los cristianos. Por eso, ahora, si se da un
período de tregua, los cristianos sólo pensarán en escapar’.

Con estas palabras, el arzobispo armenio católico de Aleppo, Boutros
Marayati, describió a la agencia Fides los miedos y sentimientos
predominantes entre los cristianos de la metrópolis del norte de
Siria, aislada desde hace meses bajo el asedio de las milicias
rebeldes.

Maalula, lugar simbólico

Según monseñor Marayati el ataque contra el pueblo de Maalula `también
tiene un aspecto simbólico. Hay que preguntarse por qué no lo hicieron
antes . La posibilidad de un ataque militar liderado por los Estados
Unidos -advirtió monseñor Marayati- había alimentado en todos otros
motivos de temor. Hay que pensar a lo que podría suceder si un misil
cayese en un depósito de armas químicas. Ahora esa hipótesis parece
haber sido suspendida, pero todo sigue apareciendo muy oscuro: la
guerra destruyó Siria, no sólo en piedras y edificios, sino también en
los corazones. Ya no hay esperanza de volver a vivir en paz, como se
hacía antes’.

Las iglesias de Aleppo se unieron a la invitación de oración por la
paz del papa Francisco, anticipando las vigilias de oración al día 6
de septiembre. Después, quienes pudieron siguieron en la televisión la
vigilia del 7 de septiembre en la Plaza de San Pedro y muchos
escucharon las palabras fuertes del Ángelus pronunciadas por el obispo
de Roma sobre las `guerras comerciales’ instigadas por el mercado de
armas.

El Papa habló, los poderosos no escuchan

`El Papa habló alto y claro, dijo lo que tenía que decir -comentó
monseñor Marayati-, pero los que tienen en sus manos el destino de la
guerra prefieren no escuchar. La sensación -confesó el arzobispo
armenio-, es que todos estamos atrapados en un juego más grande que
nosotros. Caminamos en la oscuridad. No podemos imaginar cómo
terminará todo esto. Y seguimos orando’.

From: A. Papazian

http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=31211

Message de Monsieur Viguen TCHITETCHIAN Ambassadeur d’Arménie en Fra

INDÉPENDANCE DE L’ARMÉNIE
Message de Monsieur Viguen TCHITETCHIAN Ambassadeur d’Arménie en France

Message de Monsieur Viguen TCHITETCHIAN, Ambassadeur d’Arménie en
France, à l’occasion de la fête Nationale de la République d’Arménie
21 septembre 2013

En ce 21 septembre, nous célébrons le vingt-deuxième anniversaire de
la nouvelle indépendance de l’Arménie millénaire ; anniversaire qui
offre l’occasion de jeter un regard en arrière sur ces 22 années qui
n’ont pas été des plus simples.

Souvenons-nous de nos débuts, des réalités à l’intérieur du pays comme
dans notre voisinage :

l’Arménie était à moitié détruite suite à un terrible tremblement de
terre qui a emporté des dizaines de milliers de vies,

l’Union Soviétique venait de s’effondrer avec toutes les conséquences
économiques, financières et sociales,
un de nos voisins avait décidé de profiter du moment chaotique pour
chasser nos frères et s=9Curs de leurs terre natales et leur a imposé
une guerre à grande échelle,
un autre voisin a fermé ses frontières en imposant un blocus,

le pays était plongé dans une crise énergétique qui – conjuguée
avec
manque permanent d’alimentation et de produits de première nécessité –
était synonyme d’une lutte continue pour survivre.

En effet, l’Arménie a commencé son chemin avec un grand défit de
survie. Mais le fait d’avoir enfin réalisé le rêve de plusieurs
générations du peuple arménien nous donnait de la force et de
l’énergie pour continuer sa marche vers la consolidation de l’Etat
arménien.

Et grce au courage, à la force de résistance et à la créativité de
notre peuple, nous avons réussi à garantir la sécurité du Haut
Karabagh, à reconstruire la zone du tremblement de terre, à surmonter
la crise énergétique, dans une situation très compliquée nous avons
redémarré la station nucléaire et diversifié nos sources énergétiques,
dans les conditions de blocus continu nous avons établi des voies
spécifiques, non-conventionnelles pour l’acheminement de nos
provisions, développé et reconstruit le réseau routier sur l’ensemble
du territoire nationale ; et parallèlement nous avons assuré la
libéralisation du marché, la démocratisation des structures sociales
et sociétales, renforcé l’état de droit, la protection des droits de
l’hommes, toutes les valeurs que nous avons en partage avec la grande
famille des pays et peuples de bonne volonté.

Sur ce chemin, le soutien des pays amis comme la France, ainsi que
celui de nos frères et s=9Curs Français d’origine arménienne ont
été
d’une importance fondamentale pour nous.

Aujourd’hui l’Arménie vie pleinement son indépendance, mais, le combat
n’est pas terminé. Au contraire, nous avons franchi une nouvelle phase
de la réalisation de nos objectifs nationaux, l’objectif d’assurer le
bien-être de notre peuple, le progrès de notre pays et son
développement.

Durant notre existence plusieurs fois millénaire, l’étatisme arménien
a connu différentes étapes historiques dont chacune est unique de part
son environnement et sa vision de l’avenir. Au cours de ces derniers
vingt-deux ans de la nouvelle indépendance – qui constitue également
une période particulièrement singulière – nous évoluons dans des
conditions assez complexes, peut-être pas aussi vite que nous le
souhaiterions, mais néanmoins fermement et, surtout, dans la bonne
direction – au nom de la prospérité de notre nation et de la pérennité
de notre pays.

Viguen TCHITETCHIAN
Ambassadeur d’Arménie en France

samedi 21 septembre 2013,
Ara ©armenews.com

Ilham Aliyev défend son pardon envers le tueur à la hache

Ilham Aliyev défend son pardon envers le tueur à la hache

Le Président azerbaïdjanais Ilham Aliyev a vivement défendu sa
décision controversée de libérer, promouvoir et récompenser un
officier azerbaïdjanais qui avait tué par un coup de hache un collègue
arménien lors de son sommeil en Hongrie en 2004.

Dans un discours prononcé mercredi et rapporté par les agences de
presse azerbaïdjanaises le lendemain, Aliyev a également affirmé que
le « fascisme » a été l’idéologie nationale arménienne dominante cours
du dernier siècle. « Je me souviens du nombre d’accusations infondées
et d’attaques auxquelles j’ai dû faire face de la part de politiciens
étrangers hypocrites après la libération et le retour à la patrie
azerbaïdjanaise de l’officier Ramil Safarov » a-t-il dit. « Le
Parlement européen a même adopté une résolution sur cette question
et
a condamné mes décisions ».

« Mais je vais répéter avec la même détermination que l’Azerbaïdjan a
libéré son agent, qu’il est revenu dans sa patrie et que nous avons
restaurer la justice » a-t-il déclaré.

Ramil Safarov avait été condamné par un tribunal hongrois à la prison
à vie pour le meurtre du lieutenant arménien Gurgen Markarian au cours
d’un stage de l’OTAN à Budapest. Aliyev a gracié Safarov immédiatement
après que les autorités hongroises l’aient extradé de façon inattendue
vers l’Azerbaïdjan en août l’année dernière. L’officier a également
été promu au grade de major de l’armée, il lui a été accordé
un
appartement et on lui a versé l’équivalent de huit années d’arriérés
de salaires.

La glorification de Safarov a provoqué une réaction furieuse de
l’Arménie et de vives critiques des pays occidentaux. Aliyev, qui
devrait certainement obtenir un troisième mandat lors de élection
présidentielle à venir, a fait ces remarques alors qu’il inaugurait un
mémorial pour les victimes de ce que son régime qualifie de « génocide
commis par les Arméniens dans le nord de l’Azerbaïdjan en 1918 ». Il a
déclaré que ces atrocités étaient une manifestation vivante du «
fascisme arménien.`

« Le fascisme arménien a montré une fois de plus son visage à la fin
des années 1980 et au début des années 1990 », a déclaré Aliev, en
référence au conflit du Haut-Karabagh. « L’idéologie de l’Etat
arménien moderne se fonde également sur le fascisme » a-t-il accusé. «
Je crois que le fascisme arménien devrait être étudié par les savants
azerbaïdjanais de façon plus approfondie ».

samedi 21 septembre 2013,
Stéphane ©armenews.com

From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress

Alec Yénikomishian : La Diaspora doit s’engager pour sauver l’Arméni

Radio Arménie
Alec Yénikomishian : La Diaspora doit s’engager pour sauver l’Arménie

Ce matin, samedi 21 septembre, à 11h, à l’occasion du 22ème
anniversaire de la prise d’indépendance de la République d’Arménie,
Movsès Nissanian recevra sur Radio Arménie l’un des héros de la guerre
du Karabagh, Alec Yénikomishian, dans son émission hebdomadaire Entrez
sans frapper .

Écouter le direct ICI

samedi 21 septembre 2013,
Jean Eckian ©armenews.com
`281

http://www.armenews.com/article.php3?id_article

Le FMI prévoit un ralentissement de la croissance en Arménie

ARMENIE
Le FMI prévoit un ralentissement de la croissance en Arménie

La croissance économique en Arménie se ralentit et le cap risque de
tomber bien en deçà de l’objectif de 7% fixé par le Président Serge
Sarkissian pour cette année a affirmé le Fonds monétaire
international.

« La croissance devrait être inférieure à 4% en 2013, mais augmenter
progressivement à 5% à moyen terme et elle repose sur de profondes
réformes structurelles, une plus grande intégration régionale et une
amélioration de l’investissement public, privé et étranger » a déclaré
Mark Horton, le responsable d’une mission du FMI qui s’est rendue à
Erevan ce mois-ci dans un communiqué.

Mark Horton a dit que l’activité économique en Arménie est « modère »
après la hausse de 7% de l’an dernier du PIB en raison de conditions
extérieures moins favorables, de l’augmentation de l’austérité
budgétaire et d’une croissance du crédit plus lente. Les récentes
fortes hausses du prix du gaz et du prix de l’électricité sont aussi
un facteur, a-t-il dit.

Le FMI prévoit même dans son World Economic Outlook publié en Avril
que l’économie arménienne va probablement augmenter d’un peu plus de
4% en 2013 et 2014.

Les données du gouvernement arménien indique également un
ralentissement économique. Le Service national des statistiques (NSS)
a enregistré un taux de croissance du PIB en glissement sur un an à
moins de 1% au deuxième trimestre de cette année, en forte baisse
comparé au 7,5% du premier trimestre.

Les projections du FMI sont en contradiction avec les objectifs
économiques qui ont été fixés par le Président Serge Sarkissian pour
le gouvernement arménien au début de cette année. « Un gouvernement
arménien qui ne permet pas d’assurer une croissance économique de 7%
en 2013-2017 doit démissionner » a averti M. Sarkissian peu de temps
après sa réélection contestée en février. Le président a dit également
que son cabinet nouvellement remanié en mai doit faire en sorte que le
taux de croissance du PIB ne tombe pas en dessous de 7 pour cent en
2013.

Le gouvernement est venu avec des projections légèrement plus
conservatrices de croissance annuels, de 5 à 7%, dans son programme
d’action quinquennal qui a été approuvé par le Parlement arménien en
mai. Le programme indique que la croissance continue se traduira par
plus de 100 000 nouveaux emplois, un doublement du salaire minimum
national, et une réduction du taux de pauvreté officiel d’au moins 8
points de pourcentage entre 2013 et 2017.

Le taux de pauvreté se situe actuellement à environ 35% contre 24% en
2008. Le gouvernement met l’augmentation du nombre d’Arméniens vivant
en dessous du seuil de pauvreté officiel sur le dos de la crise
financière mondiale de 2008-2009. L’économie arménienne s’est
contractée de près de 14% en 2009.

La mission du FMI dirigée par Mark Horton a rencontré le Premier
ministre Tigran Sarkissian et d’autres hauts fonctionnaires arméniens
du 5 au 18 septembre pour discuter de la possibilité d’un nouveau prêt
du FMI aux autorités d’Erevan. La visite a été apparemment programmée
pour coïncider avec l’achèvement d’un programme de prêt du FMI de
trois ans d’une valeur d’à peu près de 407 millions de dollars. Cela a
contribué à consolider la stabilité macroéconomique dans le pays après
la récession de 2009.

La déclaration du FMI ne dit rien sur les résultats des « discussions
préliminaires » de la mission sur les nouveaux financements du FMI.
Mais Mark Horton indique une satisfaction globale du FMI face aux
politiques économiques du gouvernement. « Le déficit budgétaire en
2013 est susceptible d’être inférieure à 2% du PIB, contre 2,6% dans
le budget » a-t-il dit. « Les recettes devraient atteindre les
objectifs budgétaires ».

Mark Horton en même temps a appelé à plus de « réformes structurelles
» qui permettraient d’améliorer l’environnement commercial de
l’Arménie et de l’administration fiscale.

dimanche 22 septembre 2013,
Stéphane ©armenews.com

Des dizaines de chefs d’Etats, dont François Hollande, ont salué le

22ème ANNIVERSAIRE DE L’INDEPENDANCE DE L’ARMENIE
Des dizaines de chefs d’Etats, dont François Hollande, ont salué le
22ème anniversaire de l’Indépendance de l’Arménie

Le 22ème anniversaire de l’Indépendance de l’Arménie a été salué par
des dizaines de chefs d’Etats à travers le monde. Bako Sahakian,
président de la République du Haut Karabagh a adressé à son homologue
Serge Sarkissian un message de félicitation. Tout comme les présidents
Vladimir Poutine (Russie), Alexandre Loukachenko (Belarus), Viktor
Ianoukovytch (Ukraine), François Hollande (France), Xi Jinping
(Chine), la Reine Elisabeth II d’Angleterre, le secrétaire d’Etat
américain James Kerry. Les Ambassadeurs étrangers établis en Arménie
ont également félicité le président arménien à l’occasion de la
journée de l’Indépendance le 21 septembre. Vladimir Poutine a salué
les relations arméno-russes « dont les racines plongent dans
l’Histoire » et sa salué « les résultats de la récente visite de Serge
Sarkissian à Moscou ».

François Hollande a salué « l’indépendance de l’Arménie acquise le 21
septembre 1991 et les réussites ainsi que le développement sur la voie
de la démocratie ainsi que le dialogue avec l’Union européenne (…)
comme vous le savez, j’attache une grande importance aux relations
d’amitié et de coopération entre l’Arménie et la France. Je désire
renforcer ces liens (…) dans le cadre du Groupe de Minsk, en tant
que co-présient, la France encourage le règlement pacifique du conflit
du Haut Karabagh ».

Krikor Amirzayan

dimanche 22 septembre 2013,
Krikor Amirzayan ©armenews.com

From: Baghdasarian

Artur Alexanyan (96 kg) vice-champion du monde de lutte gréco-romain

CHAMPIONNATS DU MONDE DE LUTTE A BUDAPEST (HONGRIE)
Artur Alexanyan (96 kg) vice-champion du monde de lutte gréco-romaine

L’Arménien Artur Alexanyan (96 kg) est vice-champion du monde de lutte
gréco-romaine. Lors des championnats du monde à Budapest (Hongrie), le
jeune représentant de l’Arménie (21 ans), natif de Gyumri, médaille de
bronze aux J.O. de Londres (2012) ést arrivé à égalité de points (2-2)
au terme de la finale. Mais ayant reçu un avertissement lors du
combat, les juges ont donné la victoire au Russe Kiril Melnikov. Ce
dernier avait éliminé en demi-finale l’Azéri Chalva Gadabadzé. En
demi-finale, Arthur Alexanyan avait battu le Hongrois Kiss Balazs. En
1/8e de finale, Artur Alexanyan s’était imposé 8-0 face au Bulgare
Vladislav Metodiev.

Ainsi à l’occasion du 22ème anniversaire de l’Indépendance de
l’Arménie, Artur Alexanyan offre une médaille mondiale d’argent lors
de ces championnats du monde de lutte gréco-romaine.

Krikor Amirzayan

dimanche 22 septembre 2013,
Krikor Amirzayan ©armenews.com

From: Baghdasarian